30 x 30
GROUP SHOW
LO MAGNO ARTECONTEMPORANEA
1992 | 2022
30: Un numero ad emblema di una storia. Un segno convenzionale che ci permette di
scandire il tempo dietro di noi.
Lo Magno artecontemporanea celebra i suoi 30 anni di attività con la collettiva 30 x 30 mettendo a
parete i nuclei fondamentali della propria vita artistica.
La mostra, curata da Giuseppe Lo Magno e Valeria D’Amico, inaugurerà questo 30 dicembre alle ore 19 presso gli spazi espositivi di Via Risorgimento 91/93 a Modica.
30 gli Artisti in mostra più un omaggio a Piero Guccione. Tra fotografia, pittura, collage e disegno saranno loro a rappresentare la stratificazione strutturale della galleria.
Colori, immagini, emozioni, intenzioni : 30 voci rappresentano il percorso artistico di un’attività nata nel 1992 come piccolo laboratorio artigianale di corniceria ed arrivata ad oggi con larghe prospettive.
L’evento sarà accompagnato dall’analisi del Prof.Salvatore Schembari sul numero 3 e i suoi multipli. Come noto, al numero tre sono attribuiti significati magici e simbolici da tutte le civiltà ed in tutte le epoche. Dal “numero perfetto” descritto da Pitagora in quanto sintesi del pari (due) e del dispari (uno) alla simbologia asiatica della totalità cosmica (cielo – terra – uomo). Passando sicuramente per le triadi divine presenti nelle religioni come la trimurti induista (Brahma, Shiva, Vishnu) e la Trinità del Cristianesimo (Padre, Figlio, Spirito Santo) intimamente rappresentata nel XII sec. da Gioachino Da Fiore su alcune tavole raccolte nel Liber Figurarum. In una di queste vediamo descritta graficamente la triade: la sovrapposizione di 3 cerchi, forme geometriche perfette, di colori diversi, verde per il creatore, azzurro per il figlio disceso dal cielo e il terzo cerchio, quello rosso per lo Spirito Santo che è Amore: Fuoco che si alimenta grazie all’esistenza degli altri due, ci dice Dante. E come non citare la Divina Commedia dove il tre e i suoi multipli hanno un valore simbolico centrale (tre cantiche, trentatre canti, nove gironi infernali).
Ingresso gratuito. Visite dal martedì al sabato 10-13 e 17-20 fino al 30 gennaio 2022
Cliccando sul nome dell’Artista accederete ad una scheda. Per ognuno vi è proposta una ricostruzione del legame tra l’artista e la galleria durante questo periodo lungo 30 anni. Imprecisioni o lacune sono frutto di una ricerca complessa e, negli anni che precedono la condivisione sui canali web, difficilmente rintracciabile! Spero comunque in una lettura evocativa e nostalgicamente piacevole!
Valeria D’Amico
UMBERTO AGNELLO | ROSARIO ANTOCI | FRANCESCO BALSAMO | ORAZIO BATTAGLIA | ALESSANDRO BAZAN | GIOVANNI BLANCO | GIUSEPPE BOMBACI | GIUSI BONOMO | SANDRO BRACCHITTA | DAVIDE BRAMANTE | MARCO BUNETTO | MELISSA CARNEMOLLA | DANIELE CASCONE | ANDREA CERRUTO | GIUSEPPE COLOMBO | IGNAZIO CUSIMANO SCHIFANO | FULVIO DI PIAZZA | EMANUELE GIUFFRIDA | GIOVANNI IUDICE | GIOVANNI LA COGNATA | FRANCESCO LAURETTA | GIUSEPPE LEONE | FORTUNATO PEPE | GIOVANNI ROBUSTELLI | SOFIA STORNIOLO | ROSSANA TAORMINA | SAMANTHA TORRISI | GIOVANNI VIOLA | WILLIAM MARC ZANGHI
Trenta per trenta una perfetta combinazione
Salvatore Schembari | 30×30 group show
Trenta nella cabala è come il Tre, la perfezione!
Trent’anni sono trascorsi, trent’anni d’arte, di umanità, trent’anni di abnegazione per la nuova figurazione dei due fratelli Lo Magno e del loro Emanuele, minuto ed esile dolce papà (del quale, anche se ora non c’è più traccia sulla terra, pesano, da qualche parte, i 21 grammi della sua anima)…Trent’anni, per inquadrare, riquadrare, montare un susseguirsi di frame sussultanti di trasfigurante materia, di vita e natura.
Trent’anni una porzione di tempo in cui lo spazio è mutevole, cambia alla velocità dei 10.950 giorni vissuti, ampiamente, uno più uno, senza dimenticare gli Otto giorni bisestili da spalmare ancora avanti e indietro lungo il corso emblematico della libertà, del numero Cinque sotteso.
Chissà perché Peppe Lo Magno (nato il 14 marzo del 1971 la cui somma numerologica ci assegna l’Otto come cifra di un suo destino: ovvero custodire un meta-potere, muovere le fila, manipolare perfino sé stesso) mi ha incaricato di scrivere su una mostra figurativa (pittorica, fotografica e le altre tecniche di un progetto contemporaneo, senza sottomissioni all’ideologia del hic et nunc ) invitandomi a soffermarmi di più sullo specifico statuto interpretativo magico-simbolico dell’evento?
Mi ha dato inoltre indicazioni a parlare di una esposizione in cui ogni opera ha una dimensione simbolica e reale di 30 per 30 centimetri; e ancora di trovare un ragguaglio esplicativo su 30 artisti rigorosamente scelti per festeggiare, appunto, un trentennio di visioni dell’arte contemporanea.
Un arco temporale vissuto dalla Galleria Lo Magno forse come possibile via del “risorgimento” di un certo luogo, di una certa città “sorda” e periferica, sita guarda caso al numero 93… Perfette combinazioni per una galleria che segue un proprio dardo sfrecciare in direzione di un cielo azzurro, del firmamento di Piero Guccione; ideali accostamenti che vibrano e si mescolano ad un’ulteriore indagine adeguatamente condotta sulla fatalità occorsa alla stessa sigla della città di Modica, sensibile e intrisa d’utopia, d’intelligenza, un paese in perfetta sintonia ancora con il multiplo di Tre, con il numero Nove, l’arcano universale che si ottiene. Il risultato finale di una smorfia che sommando le vocali e le consonanti s’intona con la comunità una e trina di Modica.
Chissà perché ancora una volta la scelta di Peppe Lo Magno di festeggiare un compleanno, senza conoscere cabale e rune, si nutre di perfette coincidenze: come la data, per esempio, d’inaugurazione del vernissage, decisa per il 30 dicembre 2022, datazione precipua se è vero che la somma di essa si traduce in trina vibrazione numerica. Si riparte dal Tre, da ciò che è funzionale al nostro progetto di lettura e d’interpretazione di questo avvenimento. Certo non vi è una epistemologia che dimostri il fascino dei numeri fuori dal perimetro di una grammatica logica, distante dai poetici processi matematici.
Nonostante ciò, per puro divertimento e gioco, a me piace lo stesso indagare su occorrenze platealmente immaginarie e fantasiose. Lo facevo già fin dall’età di cinque anni.
Non so perché a quella età io abbia sviluppato un sistema sui generis di conoscenza numerica “esoterica” basato sul multiplo di tre e su una pitagorica e cabalistica ciclicità del numero Tre moltiplicato per Tre.
Una sorta di guizzo intuitivo d’agnizione identitaria dell’Universo numerico che ci vibra da sempre e in tutto, attorno a noi umani…Un “pre algoritmo”innato nella mia matrice di spirito che cerca di cum-prendere nei prossimi molli emisferi cerebrali, ciò che non conosciamo, che sappiamo di non conoscere. Con i numeri la matematica ha indagato sui confini di ciò che si può misurare dell’incommensurabile. Io nel mio gioco inconsapevole, forse di pura stoltezza, cerco la benedizione emulando, nel mio cervello, la fulminea inconsapevole poesia d’una misura. Ci provo, come tutti del resto, sapendo per certo che dovrò tornare all’Uno attraverso i cicli vitali del numero Nove. Cicli universali che tendono ineluttabili a navigare, a girare, e girare, e girare nell’infinito spazio dell’universo.
Bene sono stato chiamato ad officiare sui numeri raccontando trenta artisti e la morfologia di questa collettiva 30×30 Group Show, imperniata, per l’appunto, su i zampilli di una corte d’acqua e gli scoppiettii sfavillanti di fuochi d’artificio di una kermesse curata da Valeria D’Amico e Giuseppe lo Magno numero 1 e numero 8 (insieme ci danno ancora una volta per puro caso la tensione dell’universale numero nove, multiplo di tre.
Essi magnificamente provano a districarsi, all’insaputa tra loro, tra chi comanda e chi manipola, fin quando non raggiungono qualcosa di più eclatante delle loro singole vibrazioni. Ecco con queste premesse ci provo anch’io a triangolare un tripudio di note fantasiose sulle 30 opere esposte.
Giudizi apoditticamente sussunti da un serbatoio critico strettamente intrecciato, stavolta, al calcolo numerologico del giorno del mese e dell’anno di nascita di ciascun artista. Effimere sentenze basate sul numero del destino a cui ogni artista tende. Insomma un divertissement annunciato…
La mia idea è quella ora di coniugare il risultato del calcolo ottenuto, svelando a volo d’uccello le doti intrinseche colte in una misura, con un commentario da snocciolare giornaliero, in ordine alfabetico, nell’arco di trenta giorni, su ciascuna opera presentata dai 30 artisti:
Umberto Agnello numero 4 la perseveranza ciclica, il verde raddoppiato, il nero dimezzato
Rosario Antoci numero 5 l’inizio, la concretezza, la libertà, il rosso, il verde, l’azzurro
Francesco Balsamo numero 4 la consapevolezza introspettiva, il blu, l’arcobaleno
Orazio Battaglia numero 1 l’indipendenza, il rosso con sfumature verde e blu
Alessandro Bazan numero 9 la caparbietà sontuosa, la libertà assoluta, il verde più azzurro, l’arcobaleno
Giuseppe Bombaci numero 11 il sogno, l’arancione intriso di verde violaceo
Giusi Bonomo numero 8 il potere intellettuale, il nero con il rosso e il viola
Giovanni Blanco numero 3 la perfezione universale, il giallo con la gamma di tutti i colori),
Sandro Bracchitta numero 1 l’origine del carisma di tutti colori, il blu e il rosso che tende al giallo
Davide Bramante numero 8 il potere delle multi cromie del nero
Marco Bunetto numero 6 la sensatezza di un interiore potere, il blu che affonda nel viola, nell’antracite
Melissa Carnemolla numero 22 il sogno che si concretizza, l’arancione mistico esaltato dal verde bottiglia
Daniele Cascone numero 4 la pazienza dell’intelligenza e della coscienza, il lilla, il blu azzurrato
Andrea Cerruto numero 6 la sensatezza di un interiore potere, il blu che affonda nel nero del cielo assolato
Giuseppe Colombo numero 7 l’artista che universalizza l’artista, tutte le cromie
Ignazio Cusimano Schifano numero 11 perfettamente solido, il giallo e il nero
Fulvio Di Piazza numero 6 la pacatezza intima e vigorosa, il blu e l’arancione
Emanuele Giuffrida numero 1 il vigore dell’utopia, il rosso e il nero
Piero Guccione numero 1 il firmamento, l’azzurro più azzurro
Giovanni Iudice numero 3 magistrale comprensione della perfezione, i verdi e i gialli, il nero della matita
Giovanni La Cognata numero 8 la forza intrinseca dell’artista che si dimette dal reale per raggiungere l’apice della realtà stessa, rosso fuoco, blu e giallo, il colore della notte
Francesco Lauretta numero 7 la franchezza di un’artista sensibile sovrano, l’azzurro e l’arcobaleno
Giuseppe Leone numero 1 lo sguardo, l’isola trina, libera e universale, il bianco e nero
Fortunato Pepe numero 8 il segreto che non appare ed è, nero con tutte le sfumature dei grigi
Giovanni Robustelli numero 4 la perizia più universale, gemella dell’abilità, i neri, i verdi scuri e tutti i colori
Sofia Storniolo numero 1 mirabile sapienza, ineguagliabile, il sole, l’arcobaleno
Rossana Taormina numero 9 il carisma di chi può e vuole, nero su rosso, tutta la tavolozza
Samantha Torrisi numero 7 il filo d’Arianna, la cognizione del dolore, il rosso, il blu, le sfumature del viola
Giovanni Viola numero 4 la determinazione a servizio della perfezione, il giallo, il rosso il verde più scuro
William Marc Zanghi numero 5 la tenacia, il crisma della libertà