Francesco Lauretta

SFERA PRIVATA

2022

 

Olio e oro su tela

30 x 30 cm

 

“Un quadrato. Il cielo plumbeo. Lo scorcio vertiginoso di una scalinata di una chiesa barocca. Differentemente dalle processioni religiose, sempre richieste, questa volta ho voluto esporre l’anestesia di una festa. Ma in una chiesa, a parte le feste religiose, i matrimoni, le celebrazioni delle sante messe, si svolgono anche i funerali, per esempio. Il quadrato mi ha fatto pensare al famoso quadrato nero – su fondo bianco. Mi sono anche ricordato del famoso saggio – Le porte regali di Florenskij-. Quindi alle icone, all’oro. Ho pensato molto a questo piccolo quadro, per diversi motivi. Intanto lo scorcio, che porta l’osservatore a guardare in alto, verso il cielo che si mostra come muro denso che nasconde l’invisibile, crea una diffusa vertigine. È la stessa che provo ogni volta che mi ci trovo davanti, quando non c’è nessuno intorno. In quella scalinata ho visto le foto in bianconero del matrimonio dei miei genitori, con tutti gli invitati in posa. In quella gradinata, superata e raggiunto il grande portone d’ingresso della chiesa, ho trascorso alcune notti, estive, dove ho anche dormito, quando mi era impossibile stare a casa perché mio padre, malato, di notte, urlava il suo dolore. Quel cielo, così rancoroso, murato, sembra così respingente: Nulla succede nei cieli, nell’invisibile finché il Nulla viene svelato. Dopo più di un secolo dal Quadrato nero su fondo bianco, la pittura non ha più nulla da svelare, dimostrare, nascondere. E se così fosse, e così è la pittura di oggi, la piega unica e possibile si versa, solo, su una condizione privata, intimista. La festa è finita, forse. La pittura piegata su sé stessa non ha più senso, e solo il racconto è possibile. Eppure, eppure ho voluto incidere quel cielo, irragionevolmente, macchiandolo con polvere d’oro. Cosa significa questa imbrattatura, sfregio, disagio? Il disagio, sinistro e visibilissimo, invece appare con la protesi di una costruzione recente sull’appena visibile facciata della chiesa, e dice come quel barocco, che tanto ha onorato la nostra terra, sia stato sfregiato da una modernità vorace, feroce, che trita tutto: compresi i riti.”

Francesco Lauretta

 

 

 

ESSENTIAL

 

Francesco Lauretta è un artista poliedrico, fine pensatore e autore di scritti filosofici, noto nell’ambiente artistico per la sua straordinaria capacità di interpretare il mondo attraverso la pittura, spesso non limitata alla bi-dimensione del quadro, bensì estesa allo spazio tridimensionale attraverso l’impiego di materiali eterogenei, di uso comune, che danno vita a installazioni multisensoriali.

Ciò che contraddistingue parte della sua produzione è la definizione attenta del dettaglio formale, la vivacità cromatica, i tagli spiazzanti con cui inquadra il soggetto, gli innesti di figure, cromie ed elementi che rendono enigmatica l’opera e molteplice la sua lettura. Se la gioia di vivere è caratteristica comune a tutti i suoi lavori, essa è veicolata, però, per contrasto attraverso la giustapposizione di “vita” e “morte”, generando una profonda, seppur calibrata, ambiguità.

I soggetti più frequenti sono folcloristici, popolari e raccontano le tradizioni locali soprattutto della sua Sicilia. Angeli che intonano un canto, processioni, feste di paese, funerali. Se pochi sono i ritratti, al contrario molti sono gli autoritratti in cui Lauretta assume altre vesti, come nella serie “Dottor Pasavento”. Nella sua produzione non mancano grandi tele che ritraggono contadini, paesaggi urbani, mercati rionali, pietanze tipiche siciliane, ritratti di gruppo, marine.

Lauretta realizza anche singolari sculture fatte di accumuli e revisioni di forme note, come la serie di vasi Pneuma (2018) a Reanimate scultura (1985-2017), qui disseminate tra il primo e il secondo piano del Museo.

 

 

TOGETHER

 

2016: “TIME OUT” collettiva di 5 artisti: Rosario Antoci, Davide Bramante, Andrea Cerruto, Gianni Di Rosa, Emanuele Giuffrida, Francesco Lauretta; Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

Il titolo allude al fatto che la mostra sarà inaugurata a pochi giorni dalla fine dell’anno, ma anche alla sospensione temporanea del gioco che si effettua in alcuni sport di squadra: una sosta, nello sport come nella vita, può tornare utile per riposizionare il nostro sguardo sul mondo, per leggere la realtà attraverso l’arte. Proprio il dialogo fecondo e creativo tra autori affermati e giovani emergenti, ma anche tra linguaggi diversi (pittura, scultura, fotografia) rappresentano alcuni dei principali motivi d’interesse della collettiva, che si snoda attraverso un interessante percorso espositivo.

 

2020: “Showcase Exhibition”, virtual group exhibition lomagnoartecontemporanea.it, curata da Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

La mostra intende esaltare il fermento artistico che si è creato a contatto con le circostanze determinate dalla pandemia da covid-19, una ribellione di colori e tratti che prende vita alle pareti della galleria Lo Magno artecontemporanea.

Il Tour virtuale sarà accompagnato dalle note della “Overture 1812” di Pëtr Il’ič Čajkovskij. La versione è stata registrata da casa con i propri smartphone durante il lockdown da alcuni componenti dell’orchestra Workshop Ibleo 2020, diretti dal maestro Luigi Mariani (Teresa Lombardo e Aurora Rizza, violini; Nadia Tidona, viola; Jasha Parisi, violoncello; Luciana Danieli, oboe; Chiara Scucces, flauto traverso; Pietro Giunta, flicorno soprano – editata e ottimizzata da Salvo Scucces).

Artisti in mostra: Melissa Carnemolla, Giovanni Blanco, Emanuele Giuffrida, Giuseppe Colombo, Francesco Balsamo, Vanni Cuoghi, Andrea Cerruto, Francesco Lauretta, Giovanni Iudice, Rossana Taormina, Domenico Grenci, Sandro Bracchitta, Massimiliano Fabbri, Ignazio Schifano

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