Autore: galleria lomagno

ArtVerona 2023

ArtVerona 2023 | 13- 15 ottobre

Lo Magno artecontemporanea

Padiglione 12 stand 5

Ignazio Cusimano Schifano & Emanuele Giuffrida

 

 

MODICA- Lo Magno artecontemporanea presenterà una bipersonale degli artisti Ignazio Cusimano Schifano ed Emanuele Giuffrida alla 18^edizione di ArtVerona 2023, in programma a Veronafiere dal 13 al 15 ottobre, con preview riservata il 12 ottobre.

“Valorizzare e promuovere il sistema dell’arte italiano con rinnovate sinergie e risorse” con la direzione artistica di Stefano Raimondi, ArtVerona conferma la propria ineccepibile presenza all’interno dell’universo del contemporaneo con una selezione di 135 gallerie partecipanti e sei sezioni espositive oltre alle editorie e agli spazi no profit.

La galleria modicana, nota per l’indagine e la sperimentazione dei movimenti artistici del terriotorio siciliano, esporrà allo stand 5 del padiglione 12 – INNOVA, sezione dedicata all’approfondimento della ricerca sui linguaggi contemporanei.

A parete, in dialogo, ci saranno i lavori di due artisti, entrambi palermitani, che da tempo collaborano con la realtà Lo Magno: Ignazio Cusimano Schifano ed Emanuele Giuffrida

Emanuele Giuffrida | Reconaissence Patterns

“Hai presente il fenomeno della pareidolia? È un fenomeno subcosciente che crea l’illusione di similitudine tra un oggetto dalla forma a noi nota e uno dalla forma casuale. Ecco. Per me è un ossessione da sempre”

Emanuele Giuffrida (Gela, 1981), artista poetico ed introspettivo, si racconta attraverso un percorso tra le sue “illusioni subconscie”. Una pareidolia forzata, densa di significanti per la vita dell’artista, che, per rendere ancora più leggibile il processo creativo prende in prestito un termine dal suo più comune uso nel linguaggio scacchistico: “Reconaissence Patterns”: applicazione per schemi o modelli visivi

Gela anni ‘90: “Ricordo da bambino, nei telegiornali locali, immagini di sagome distese per terra coperte da un lenzuolo bianco, era quasi all’ordine del giorno. Persino attraverso il finestrino della fiat 500 di mio papà, la sera, di ritorno a casa, assistetti a una scena simile; Tant’è che a scuola elementare, illustrando un dettato della maestra sull’argomento mafia, disegnai due figure in moto col casco che sparavano ad un uomo già avvolto in un lenzuolo fluttuante”.

Esperienze infantili rielaborate, trovano una bizzarra analogia con immagini legate ai linguaggi classici della pittura e della scultura – Le pieghe del lenzuolo bianco alludono al paragone con il panneggio delle vestigia delle statue greco-romane; restituendone prepotentemente un valore estetico, come fosse un’opera di rivalsa.

In mostra anche una serie di carte dedicata alla morte di Salvo Lima, soggetto scelto non per idiolatria o tributo a immagini di false divinità, ma per rendere chiaro il proprio intento di libertà all’interno di contenuti vissuti legati alla propria terra.

Tutto – per Emanuele – può essere veicolo di estetica ridondante, strutturalismo che trova sede nelle tragedie più contemporanee

Ignazio Cusimano Schifano | About Flowers

“ (…) Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: ricominciare dai fiori. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato”. Dal testo critico di Serena Ribaudo

Ignazio Cusimano Schifano (Palermo, 1976) inizia il progetto About Flowers nel luglio di quest’anno, inaugurando con la sua personale gli spazi di “Bassi Beneventano”, seconda sede per Lo Magno artecontemporanea.

Impulsivo e geniale, Ignazio, trova amore nel proprio fare, nell’essenza delle proprie azioni, tacitamente si lascia guidare da quello che è un naturale processo interiore.

Ogni tratto diventa espressione di una parte del proprio sé, donata con genuina voglia di condivisione di un tempo intimo e anacronistico con riferimento alla sua precedente professione di restauratore di pregio. Questa emerge sempre come una sorta di sigillo e da spazio al sentimento dell’antico come principio fondante di tutte le cose. Ad esso si sposa uno sguardo attento, inquieto, difforme, sulla realtà -esteriore ed interiore- che costituisce la ragione più profonda e più vera del suo fare pittura.

About Flowers ha segnato un momento estremamente significativo nel percorso di vita e d’arte di Ignazio Cusimano Schifano, un genuino processo di rinascita che inizia circa un anno fa nella prestigiosa esperienza di residenza artistica presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, rinascita continuata con esiti fortunati per pregevolezza e risultati artistici nella sua produzione più recente che costituisce la totalità delle opere in mostra.

English

ArtVerona 2023 | 13- 15 October

Lo Magno artecontemporanea

Pavillon 12 booth 5

Ignazio Cusimano Schifano & Emanuele Giuffrida

 

MODICA – Lo Magno artecontemporanea will present a bipersonal exhibition of the artists Ignazio Cusimano Schifano and Emanuele Giuffrida at the 18th edition of ArtVerona 2023, scheduled at Veronafiere from 13 to 15 October, with a reserved preview on 12 October.

“Enhancing and promoting the Italian art system with renewed synergies and resources” with the artistic direction of Stefano Raimondi, ArtVerona confirms its impeccable presence within the contemporary universe with a selection of 135 participating galleries and six exhibition sections in addition to publishing houses and non-profit spaces.

Lo Magno gallery, known for the investigation and experimentation of the artistic movements of the Sicilian territory, will exhibit at booth 5 of pavilion 12 – INNOVA, section dedicated to the in-depth research on contemporary languages.

The dialogue will be between two artists, both from Palermo, who have long collaborated with the Lo Magno reality: Ignazio Cusimano Schifano and Emanuele Giuffrida

 

Emanuele Giuffrida | Reconaissence Patterns

Do you know the phenomenon of pareidolia? It is a subconscious phenomenon that creates the illusion of similarity between an object with a shape known to us and one with a random shape. There! It’s always been an obsession for me.”

Emanuele Giuffrida (Gela, 1981), a poetic and introspective artist, tells his story with a journey through his “subconscious illusions”.

A forced pareidolia, full of meanings for the artist’s life. Emanuele borrows a term from its most common use in chess language: “Reconaissence Patterns” to make the reading of his creative process easier. The meaning is: application for patterns, simile for visual patterns, structures that tend to repeat.

Gela 90s: “When I was child, I remember images of silhouettes lying on the ground covered by a white sheet broadcaasted by the TV news of my city. I witnessed a similar scene even through the window of my dad’s Fiat 500, on the way home in the evening. When I was in elementary school, illustrating a teacher’s dictation on the subject of the mafia, I drew two figures on motorbikes with helmets shooting to a man already wrapped in a floating sheet.”

Reworked childhood experiences find a bizarre analogy with images linked to the classical languages of painting and sculpture – The folds of the white sheet allude to the similarity with the drapery of the remains of the Greek-Roman Statues -; forcefully restoring an aesthetic value as if it were a work of revenge.

On display there will be a series of papers dedicated to the death of Salvo Lima. The subject was chosen not for idiolatry or tribute to images of false divinities, but to make clear one’s intent for freedom within lived contents linked to one’s land.

Everything – for Emanuele – can be a vehicle of redundant aesthetics, structuralism that finds its home in the most contemporary tragedies

 

Ignazio Cusimano Schifano | About Flowers

“(…) A renewal that finds its most significant aspect in a movement of the soul, in an aspiration that is based on a simple yet universal motto: starting again from the flowers. Starting again away from pitfalls, from artifices, from the lure of illusions. Starting again far from the death of poetic consciousness. Starting again from the Beauty of which flowers are a fragment in creation “ Serena Ribaudo

Ignazio Cusimano Schifano (Palermo, 1976) began the About Flowers project in July this year, inaugurating with his solo exhibition the spaces of “Bassi Beneventano”, the second headquarters for Lo Magno artecontemporanea.

Both Impulsive and brilliant, Ignazio finds love in what he does, in the essence of his actions, he tacitly lets himself be guided by what is a natural internal process.

Each stroke becomes an expression of a part of his self given with a genuine desire to share an intimate and anachronistic time. This time is linked to his previous profession as a prestigious art conservator which always emerges as a sort of seal on his previous profession as a prestigious restorer and consequently the feeling of the ancient as the founding principle of all things.

It is combined with an attentive, restless, dissimilar look at reality – external and internal – which constitutes the deepest and truest reason for his painting.

About Flowers marked an extremely significant moment both in the life and art journey of Ignazio Cusimano Schifano, a genuine process of rebirth that began about a year ago in the prestigious experience of artistic residency at the Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi in Gibellina, rebirth continued with successful results in terms of excellence and artistic results in his most recent production which constitutes the totality of the works on display.

MODICA via Risorgimento 91-93

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RACCONTO DI UNO STUDIO VISIT

DI SERENA RIBAUDO

Arrivo in studio da Ignazio Cusimano Schifano. Ignazio apre l’imponente portone esterno e mi accoglie col consueto garbo gentile che caratterizza la sua persona. Lo studio di Ignazio è seminterrato; entro, ho quasi la sensazione di accedere ad una grotta alchemica dove il mago impasta i suoi colori, partecipa ad una realtà in ardita trasmutazione, officia l’Opus Magnum. Ignazio ed io ci accomodiamo, facciamo un po’ di chiacchiere. Ci confrontiamo su quali siano le qualità di un buon caffè; Ignazio mi parla dei suoi anni londinesi, della sua precedente professione di restauratore svolta con infaticabile passione per lungo tempo; mi parla del sentimento dell’antico come segreto principio di tutte le cose. C’è in Ignazio un pudore, ed una naturale necessità insieme, nel disvelare l’amoroso sentimento che lo porta alla pittura. Raccolgo con il mio occhio interiore, come in un’istantanea, le prime opere che si offrono al mio sguardo; e poi i pennelli, le carte al muro, le tele, le bombolette spray, le latte, tutti quegli strumenti eroici appartenenti ad un moderno anacoreta votato alla religio della pittura. C’è anche un mazzo di fiori disposto all’angolo come un’icona votiva. E tutto nel caos mi pare Perfetto. Ogni cosa è pervasa da un’energia frenetica ed al contempo. silenziosa, sembra anticiparmi le inquiete e poetiche visioni di quest’artista. Accedo alla terza stanza dello studio-grotta. E rimango sinceramente colpita da una grande opera disposta alla mia destra:

Autoritratto a Poggioreale. Ignazio mi racconta che quest’opera nasce nel solco della recente esperienza artistica a Gibellina che la residenza presso la Fondazione Orestiadi ha per lui rappresentato la fine di una crisi mistica, di un inverno che ha sancito l’inizio di una rinnovata presenza a sé stesso, di un nuovo battito, di un’essenziale, spontanea ed al contempo antica percezione delle cose del mondo. Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: RICOMINCIARE DAI FIORI. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato. Un frammento innocente e misterioso al contempo. Ricominciare dal riconnettersi ad una sempiterna energia creatrice e ricreatrice, ad una radice primitiva e vitale. Autoritratto a Poggioreale mi concede di aprirmi uno squarcio, una finestra privilegiata sulla mente poetica di Cusimano Schifano e sulla sua produzione di quest’ultimo anno. Sul suo voler ricominciare dai fiori. L’opera mi appare potente e coraggiosamente poetica. L’autoritratto di Ignazio sfonda il guscio, mostra la sua profonda verità, la sua intima essenza. Rivela una sua propria vita spirituale, una pulsazione. Colgo lo stesso principio informatore in un altro autoritratto, inquieto tra l’immota sospensione e la feroce immediatezza. Quasi una ieratica e solenne testa greca, un Orfeo, un rabdomante. E’ lo stesso rabdomante -quasi estratto dalla sua matrice- che compare nel già citato Autoritratto a Poggioreale. In quest’ultimo altresì mi stupisco della perizia estetica con cui Ignazio fonde singolarmente un meraviglioso tappeto di natura viva (che definirei quasi un nastro di luce e di fiori che pare d’arte giapponese antica, horizontal di grande raffinatezza) con un’ampia superficie di pallida beltà ma priva di ricerca di finezze, aspra, invasa da frammenti raccolti e luccicante di scaglie di vetri. In Cusimano Schifano la materia pittorica è trattata sempre in maniera struggente, la forma sensibile viene ammantata da un vello la cui substantia è vivida, sincera, purificata dalla fiamma di Prometeo. Il colore può essere succoso, umido, si aggroviglia, può avere delle sprezzature, si dibatte. Altre volte è argilloso, calcinato, polveroso, docile, ha la qualità dello scialbo o di un alito, si sfà tenero. Una dialettica di modi che non sfocia nella contraddizione ma che diviene un’intima e necessaria sintesi di verità esperienziali. Ignazio ricompone coi multiformi strumenti offertigli dalla pittura la sua visione interiore e poetica in tutta la ricchezza delle sue parvenze sensibili. Una gestualità automatica, espressiva si compenetra con una dolcezza d’opera antica, con una finezza da Callot, con una grazia viva. Non mi stupisce allora che nella sua produzione più recente superfici che paiono di basalto si iterino ad altre che hanno la compattezza lucida dello smalto ad altre ancora che mi ricordano malinconici velamenti, che posseggono la levità di candida piuma parafrasando Mallarmé. Più mi muovo per lo studio più si rafforza in me la sensazione di un incessante e coraggioso viaggio nella pittura, nella forma, nel colore. Il dialogo artistico e poetico tra Ignazio e me è appena cominciato-

Ignazio Cusimano Schifano | About Flowers | ArtVerona 2023

About Flowers

Il progetto About Flowers, iniziato nel luglio di quest’anno negli spazi di “Bassi Beneventano” ubicati all’interno di Palazzo Beneventano, sfolgorante e sfacciato esempio di barocco siciliano nella città di Scicli, seconda sede per Lo Magno artecontemporanea, approda adesso ad Art Verona, variando leggermente il format per aderire alla view dello stand e inserendo diversi inediti ideati per Verona.

About Flowers ha segnato un momento estremamente significativo nel percorso di vita e d’arte di Ignazio Cusimano Schifano, un genuino processo di rinascita che inizia circa un anno fa nella prestigiosa esperienza di residenza artistica presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, rinascita continuata con esiti fortunati per pregevolezza e risultati artistici nella sua produzione più recente che costituisce la totalità delle opere in mostra.

Dal testo critico di Serena Ribaudo: “ (…) Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: ricominciare dai fiori. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato. Un frammento innocente e misterioso al contempo. Ricominciare dal riconnettersi ad una sempiterna energia creatrice e ricreatrice, con una radice primitiva e vitale”.

Impulsivo e geniale, Ignazio, trova amore nel proprio fare, nell’essenza delle proprie azioni, tacitamente si lascia guidare da quello che è un naturale processo interiore. Ogni tratto diventa espressione di una parte del proprio sé, donata con genuina voglia di condivisione di un tempo intimo e anacronistico con riferimento alla sua precedente professione di restauratore di pregio che emerge sempre come una sorta di sigillo la sua precedente professione di restauratore di pregio e di conseguenza il sentimento dell’antico come principio fondante di tutte le cose. Ad esso si sposa uno sguardo attento, inquieto, difforme, sulla realtà -esteriore ed interiore- che costituisce la ragione più profonda e più vera del suo fare pittura. Attraverso le sue opere su tela e su carta, sempre impregnate della sua delicata e potente poesia, Cusimano Schifano in About Flowers costruisce un percorso affascinante che invita il fruitore allo stupor e all’investigare i misteri pittorici e di natura.

 

BREVE BIO

Ignazio Cusimano nasce a Palermo nel 1976, dove attualmente vive e lavora.

La sua formazione è legata al mondo del restauro e dell’antiquariato, difatti, lasua, è un’esperienza ventennale in questo campo. Cresce artisticamente primanella sua città natale, Palermo, e successivamente a Londra, città di adozioneche conferisce all’artista uno spirito dalle linee noir. La sua sensibilità artisticaè il risultato di uno scontro tra il calore siciliano e il freddo fumo di Londra.I paesaggi siciliani sposano le figure filiformi che ci riconducono al circo e aisaltimbanchi. Fiumi di personaggi si affollano nelle sue opere, ognuno ma-nifestando il suo doppio, le sue gioie e le sue angosce: una trasposizione dellacondizione umana nella sua onnipotenza e caducità. Schifano non rinuncia allatecnica figurativa, ma ne fa bensì la sua chiave di lettura pittorica, attraversoun’interpretazione libera e poco accademica che dona alle sue opere colori dallecromature infinite, figure esili e sottili, cappelli, giostre.Partecipa a diverse mostre tra cui Artisti di Sicilia a Noto, a cura di Vittorio Sgarbi. Alcuni dei suoi lavori fanno parte della collezione del Castello di Fumone (FR), della collezione MacS (Museo d’Arte Contemporanea Siciliana) di Catania, del Museo Rende di Cosenza e del Palazzo della Provincia di Cosenza. Dei suoi lavori si sono interessati critici e storici dell’arte, tra cui Claudio Strinati, Andrea Romoli Barberini e Anthony Molino. Tra le sue mostre personali Watercolors a cura di Titian Studio nel 2010, Titan Studios Londra; Dentro il Cerchio presso la Camera dei Deputati di Roma nel 2016. Nel 2021 partecipa alla collettiva WAAG in occasione del bicentenario dalla rivoluzione greca, a cura di Francesco Piazza, allestita prima al museo bizantino di Salonicco e nello stesso anno a Palermo presso il Museo Belmonte Riso. Nel 2022 la Fondazione Orestiadi offre all’artista la possibilità di una prestigiosa residenza presso i propri spazi a Gibellina, approdo che segna definitivamente l’inizio del ciclo artistico legato alla natura, un approccio intimistico, un indagine ancora in corso da cui scaturisce il progetto “About Flowers” presentato a luglio del 2023 con una personale dell’artista a cura di Serena Ribaudo, presso Palazzo Beneventano a Scicli, seconda sede Lo Magno artecontemporanea: “Ricominciare dai fiori, dalla Bellezza, dalla disillusione materialistica della nostra esistenza”.

ENGLISH

About Flowers began in July of this year in the spaces of “Bassi Beneventano” located inside Palazzo Beneventano. This palace is a dazzling and brazen example of Sicilian baroque in Scicli, the second headquarters for Lo Magno artecontemporanea.

Now the project will be presented at ArtVerona at the Lo Magno booth, slightly varying the format to adhere to the stand view and inserting several unpublished works created for the fair.

This artistic cycle marked an extremely significant moment both in the life and art journey of Ignazio Cusimano Schifano, a genuine process of rebirth that began about a year ago in the prestigious experience of artistic residency at the Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi in Gibellina, rebirth continued with successful results in terms of excellence and artistic results in his most recent production which constitutes the totality of the works on display.

From the critic text by Serena Ribaudo: “(…) A renewal that finds its most significant aspect in a movement of the soul, in an aspiration that is based on a simple yet universal motto: starting again from the flowers. Starting again away from pitfalls, from artifices, from the lure of illusions. Starting again far from the death of poetic consciousness. Starting again from the Beauty of which flowers are a fragment in creation. An innocent and mysterious fragment at the same time. Starting again by reconnecting to an everlasting creative and recreating energy, with a primitive and vital root”.

Both Impulsive and brilliant, Ignazio finds love in what he does, in the essence of his actions, he tacitly lets himself be guided by what is a natural internal process. Each stroke becomes an expression of a part of his self given with a genuine desire to share an intimate and anachronistic time. This time is linked to his previous profession as a prestigious art conservator which always emerges as a sort of seal on his previous profession as a prestigious restorer and consequently the feeling of the ancient as the founding principle of all things.

It is combined with an attentive, restless, dissimilar look at reality – external and internal – which constitutes the deepest and truest reason for his painting. Through his works on canvas and paper, always imbued with his delicate and powerful poetry, Cusimano Schifano in About Flowers constructs a fascinating journey that invites the user to wonder and investigate the mysteries of painting and nature.

 

ESSENTIAL

He was born in Palermo in 1976, where he lives and works.

His training is linked to the world of restoration and antiques, in fact, his has a twenty-year experience in this field. He formed his style first in his hometown, Palermo, and then in London, the city which gave him a spirit of noir lines. His artistic sensibility is the result of a clash between the Sicilian heat and the cold smoke of London. Sicilian landscapes marry the threadlike figures that lead us back to the circus and acrobats. Rivers of characters crowd into his works, each manifesting his double, his joys and his anguish, a transposition of the human condition in its omnipotence and transience. Schifano does not renounce to the figurative technique, rather makes it his pictorial interpretation key, through a free and not very academic interpretation that gives his works colours with infinite chrome plating, slender and thin figures, hats, merry-go-rounds. He participates in various exhibitions including Artisti di Sicilia in Noto, curated by Vittorio Sgarbi. Some of his works are exhibited in the collection of: the Castle of Fumone, the MacS (Museum of Sicilian Contemporary Art of Catania), the Rende Museum of Cosenza andthe Palace of the Province of Cosenza. Many art critics have been interested in his works, including Claudio Strinati, Andrea Romoli Barberini and Anthony Molino. Among his personal exhibitions Watercolors curated by Titian Studio in 2010, London Titan Studios ;Dentro il Cerchio at the Chamber of Deputies in Rome in 2016. Recently in 2021 he participates in the WAAG group show on the occasion of the bicentenary of the Greek revolution, curated by Francesco Piazza, first set up at the Byzantine museum in Thessaloniki and in the same year in Palermo at the Belmonte Riso Museum. In 2022 the Orestiadi Foundation offers the artist the possibility of a prestigious residency at its spaces in Gibellina, a landing which definitively marks the beginning of the artistic cycle linked to nature, an intimate approach, an investigation still in progress from which the “About Flowers” ​​project presented in July 2023 at Palazzo Beneventano in Scicli, second Lo Magno artecontemporanea headquarters. A solo exhibition of the artist curated by Serena Ribaudo:“Starting again from flowers, from Beauty, from the materialistic disillusionment of our existence ”.

ABOUT

  • WAAG, we are all greeks, 1821-2021, Serradifalco editore
  • Le cento sicilie il più ibrido dei continenti,
  • Journal of Italian translation, Editor luigi Bonafini
  • Oltre la tela, Conversazioni sulla pittura, Mondo nuovo edizioni
  • Dentro il cerchio, Glifo edizioni

 

TOGETHER

2023: About Flowers, Ignazio Cusimano Schifano solo show, Lo Magno artecontempoanea_Bassi Beneventano, Palazzo Beneventano-Scicli (RG)

2023: Flora Fauna e Cemento, Museo civico di Noto,a cura di Aldo Premoli; Fiat Lux ,Museo Diocesano di Noto,a cura di Aldo Premoli; Mediterraneo,Acquario Civico di Milano,a cura di aldo Premoli

2022: 30×30 Group Exhibition, a cura di Giuseppe Lo Magno e Valeria D’Amico, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG);

2022: Acque chiare/Acque scure a cura di Aldo Premoli, Museo Civico di Noto, Noto (SR)

2020: Showcase Exhibition 1, group exhibition, curated by Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2021: Showcase Exhibition/2, group exhibition, curated by Aldo Premoli and Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2021: “Le cento Sicilie – il più ibrido dei continenti”, group show, Palazzo Ciampoli di Taormina curated by Diego Cavallaro and Giuseppe Vella

2021: “Le cento Sicilie il più ibrido dei continenti”, group show, Palazzo Ciampoli di Taormina curated by Diego Cavallaro and Tonino Cannata

Emanuele Giuffrida | Reconaisscence Patterns

Reconaissence Patterns

STATI DI COSCIENZA COMUNICANTI

di Valeria D’Amico

“Hai presente il fenomeno della pareidolia? È un fenomeno subcosciente che crea l’illusione di similitudine tra un oggetto dalla forma a noi nota e uno dalla forma casuale. Ecco. Per me è un ossessione da sempre”

 

Emanuele Giuffrida, artista poetico ed introspettivo, con continuità d’atto e d’animo ai sui precedenti cicli artistici, si racconta attraverso un percorso tra le sue “illusioni subconscie”.

Una pareidolia forzata, evocativa, densa di significanti per la vita dell’artista, che, per rendere ancora più leggibile il processo creativo prende in prestito un termine dal suo più comune uso nel linguaggio scacchistico: “Reconaissance Patterns”, applicazione per schemi, similitudine per modelli visivi, strutture che tendono a ripetersi.

Immagini, luoghi, oggetti che sollecitano blocchi di memoria latenti.

 

Gela anni ‘90

“Ricordo da bambino, che nei giornali e telegiornali locali della mia città, vedere immagini di sagome distese per terra coperte da un lenzuolo bianco era abbastanza frequente; quasi all’ordine del giorno. Persino attraverso il finestrino della fiat 500 di mio papà, la sera, di ritorno a casa, assistetti a una scena simile; e non solo una volta! Tant’è che a scuola elementare, illustrando un dettato della maestra sull’argomento mafia, disegnai due figure in moto col casco che sparavano ad un uomo già avvolto in un lenzuolo fluttuante”

Aneddoto tratto dalla presentazione del ciclo White Sheet per Arte Fiera Bologna 2020 dove il lenzuolo diviene protagonista simbolico della ricerca che continua oggi in “Reconaissance Patterns”:

Il più immediato gesto di rispetto a tutela del cadavere, rielaborato e ingenuamente “frainteso” nell’immaginario di un bambino. Il lenzuolo nasconde, crea mistero e incuriosisce.

Esperienze infantili rielaborate, impresse nella sua memoria, trovano una bizzarra analogia con le esperienze museali fatte successivamente in età adulta, legate soprattutto ai linguaggi classici della pittura e della scultura – Le pieghe del lenzuolo bianco alludono al paragone con il panneggio delle vestigia delle statue greco-romane; restituendone prepotentemente un valore estetico, come fosse un’opera di rivalsa.

Per ArtVerona 2023, in mostra una serie di carte dedicata alla morte di Salvo Lima, tra i più potenti politici siciliani dell’epoca e leader della Democrazia cristiana nell’isola, assassinato 31 anni fa per mano mafiosa. Soggetto scelto non per idiolatria o tributo a immagini di false divinità, ma per rendere chiaro il proprio intento di libertà all’interno di contenuti vissuti legati alla propria terra.

Parallelismi che vedono l’uso di materiali atipici per il lavoro dell’Artista: su supporti di carta vetrata – a ricreare l’aridità e la ruvidità dell’asfalto- riporta i cartellini che, durante le rilevazioni della scientifica, vengono apposti accanto al cadavere a segnalarne numericamente la presenza, questi perdono l’essenza di sconfitta e assumono le forme e i colori delle ninfee ispirate e similarizzate – non più dall’effigie delle statue greco-romane– ma dalla pittura impressionista di Monet.

Tutto – per Emanuele – può essere veicolo di estetica ridondante, strutturalismo che trova sede nelle tragedie più contemporanee

 

ESSENTIAL

Emanuele Giuffrida (Gela, 1982) lives and works in Palermo. He studied Visual Arts at the Academy of Fine Arts in Palermo, obtaining a specialist degree in painting section in 2007. His art develops through painting which, at the service of the image and its aesthetic and communicative impact, embraces the values of traditional figuration up to nowtoday’s languages, thus getting its own expressive code. His research surfacing in a series of works that can be traced back to a present filled of memories of own experience, as a story of oneself, of one’s vision of places and things. An investigation of his own background thanks to which he develops his research and pictorial experimentation. His work has been exhibited in several group exhibitions in Italy and abroad. In 2019 he was among the finalists of the eighth edition of the VAF Foundation award, obtaining the -special mention award- by jury members. He has participated in several exhibitions and art fairs in Italy and abroad. Latest exhibition: Triste, solitario y final, curated by Vittorio Sgarbi, Museum of Palazzo Doebbing, Sutri (VT)

 

TOGETHER

2023: Flora, Fauna e cemento, group show curated by Aldo Premoli,Museo Civico di Noto (SR)

2022: Le Cento Sicilie, group show, curated by Diego Cavallaro and Tonino Cannata, Ex Convento del Carmine, Modica (RG)

2022: 30×30 group show, curated by Giuseppe Lo Magno and Valeria D’Amico, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

2021: Showcase Exhibition/2, group exhibition, curated by Aldo Premoli and Giuseppe Lo

Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2021: Le Cento Sicilie, group show, curated by Diego Cavallaro and Giuseppe Vella, Palazzo Ciampoli di Taormina

2020: The White Sheet, ArteFiera Bologna, curated by Rischa Paterlini and Giuseppe Lo Magno

2020: Showcase Exhibition 1, group exhibition, curated by Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2018: Out-Side, solo show, curated by Rischa Paterlini and Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2016: TIME OUT, group show, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

 

ABOUT

The possibilities of an island, by Ivan Quaroni. Book of the exhibition “The hundred Sicilies”.

The reality of invisible things, by Rischa Paterlini. Book of the personal exhibition “Outside”.

“Emanuele Giuffrida”, by Klaus Wolbert. Book of the eighth VAF Foundation award.

The practice of painting (expertise and research in contemporary Sicily), by Ivan Quaroni.

book of the exhibition.

“Interview with Emanuele Giuffrida”. Untitledv.com

“Emanuele Giuffrida, so it is (if you like)”, by Cesare Biasini. Article on Exibart.com.

“InArt – interview with Emanuele Giuffrida”, by Caterina Portovenero. infoOggi.it

“Sutri, Triste, Solitario y Final”, by Vittorio Sgarbi, book of the exhibition

ENGLISH

COMMUNICATING STATES OF CONSCIOUSNESS

Valeria D’Amico

 

Do you know the phenomenon of pareidolia? It is a subconscious phenomenon that creates the illusion of similarity between an object with a shape known to us and one with a random shape. There! It’s always been an obsession for me.”

Emanuele Giuffrida, a poetic and introspective artist, with continuity of action and soul to his previous artistic cycles, tells his story with a journey through his “subconscious illusions”.

Both forced and evocative pareidolia, full of meanings for the artist’s life. Emanuele borrows a term from its most common use in chess language: “Reconaissance Patterns” to make the reading of his creative process easier. The meaning is: application for patterns, simile for visual patterns, structures that tend to repeat.

Images, places, objects that stimulate latent memory blocks.

Gela 90s

“I remember as a child, was quite frequent to see in the local newspapers and TV news of my city images of silhouettes lying on the ground covered by a white sheet; I witnessed a similar scene even through the window of my dad’s Fiat 500, on the way home in the evening. this episode didn’t just happen once! When I was in elementary school, illustrating a teacher’s dictation on the subject of the mafia, I drew two figures on motorbikes with helmets shooting to a man already wrapped in a floating sheet.”

Story taken from the presentation of the White Sheet cycle for Arte Fiera Bologna 2020. The sheet becomes the symbolic protagonist of the research that continues today in “Reconaissence Patterns”:

the most immediate gesture of respect to protect the body, reworked and naively “misunderstood” in the imagination of a child. The sheet hides, creates mystery and arouses curiosity.

Reworked childhood experiences imprinted in his memory, find a bizarre analogy with the museum experiences made later, linked to the classical languages ​​of painting and sculpture – The folds of the white sheet allude to the similarity with the drapery of the clothing of the Greek-Roman statues ; forcefully restoring an aesthetic value, as if it were a work of revenge.

For ArtVerona 2023, on display is a series of papers dedicated to the death of Salvo Lima, one of the most powerful Sicilian politicians of the time and leader of the Christian Democracy on the island, murdered 31 years ago at the hands of the mafia. Subject chosen not for idiolatry or tribute to images of false divinities, but to make clear one’s intent for freedom within lived contents linked to one’s land.

Parallels that see the use of atypical materials for the Artist’s work: on sandpaper supports – to recreate the dryness and roughness of asphalt – he bears the tags which, during the forensic investigations, are placed next to the corpse to numerically signal their presence, these lose the essence of defeat and take on the shapes and colors of water lilies inspired and similar – no longer by the effigy of Greco-Roman statues – but by Monet’s impressionist painting.

Everything – for Emanuele – can be a vehicle of redundant aesthetics, structuralism that finds its home in the most contemporary tragedies

 

ESSENTIAL

Emanuele Giuffrida (Gela, 1982) lives and works in Palermo. He studied Visual Arts at the Academy of Fine Arts in Palermo, obtaining a specialist degree in painting section in 2007. His art develops through painting which, at the service of the image and its aesthetic and communicative impact, embraces the values of traditional figuration up to nowtoday’s languages, thus getting its own expressive code. His research surfacing in a series of works that can be traced back to a present filled of memories of own experience, as a story of oneself, of one’s vision of places and things. An investigation of his own background thanks to which he develops his research and pictorial experimentation. His work has been exhibited in several group exhibitions in Italy and abroad. In 2019 he was among the finalists of the eighth edition of the VAF Foundation award, obtaining the -special mention award- by jury members. He has participated in several exhibitions and art fairs in Italy and abroad. Latest exhibition: Triste, solitario y final, curated by Vittorio Sgarbi, Museum of Palazzo Doebbing, Sutri (VT)

 

TOGETHER

2023: Flora, Fauna e cemento, group show, curated by Aldo Premoli,Museo Civico di Noto (SR)

2022: Le Cento Sicilie, group show, curated by Diego Cavallaro and Tonino Cannata, Ex Convento del Carmine, Modica (RG)

2022: 30×30 group show, curated by Giuseppe Lo Magno and Valeria D’Amico, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

2021: Showcase Exhibition/2, group exhibition, curated by Aldo Premoli and Giuseppe Lo

Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2021: Le Cento Sicilie, group show, curated by Diego Cavallaro and Giuseppe Vella, Palazzo Ciampoli di Taormina

2020: The White Sheet, ArteFiera Bologna, curated by Rischa Paterlini and Giuseppe Lo Magno

2020: Showcase Exhibition 1, group exhibition, curated by Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2018: Out-Side, solo show, curated by Rischa Paterlini and Giuseppe Lo Magno, Lo Magno artecontemporanea (Modica)

2016: TIME OUT, group show, Lo Magno artecontemporanea, Modica (RG)

 

ABOUT

The possibilities of an island, by Ivan Quaroni. Book of the exhibition “The hundred Sicilies”.

The reality of invisible things, by Rischa Paterlini. Book of the personal exhibition “Outside”.

“Emanuele Giuffrida”, by Klaus Wolbert. Book of the eighth VAF Foundation award.

The practice of painting (expertise and research in contemporary Sicily), by Ivan Quaroni.

book of the exhibition.

“Interview with Emanuele Giuffrida”. Untitledv.com

“Emanuele Giuffrida, so it is (if you like)”, by Cesare Biasini. Article on Exibart.com.

“InArt – interview with Emanuele Giuffrida”, by Caterina Portovenero. infoOggi.it

“Sutri, Triste, Solitario y Final”, by Vittorio Sgarbi, book of the exhibition

Rischa Paterlini per Rossana Taormina | Futuro Remoto

La Bellezza della Memoria

di Rischa Paterlini

 

Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 un terremoto sconvolse la Valle del Belice, al confine con le province di Palermo, Trapani e Agrigento. Le vittime furono 1.150, 98.000 le persone che rimasero senza casa e più di 100.000 con abitazioni distrutte o fatiscenti. La vita, gli anni a venire, continuò per molte persone prevalentemente nelle baracche. Non si pensò altro che a costruire ripari, “con molta improvvisazione e disordine: come ad un atto di definitiva solidarietà, come ad una soluzione finale del problema. Ed in un certo senso lo era.” Queste parole di Leonardo Sciascia del 1970, scritte insieme ad un nutrito gruppo di artisti fra cui Renato Guttuso, Sergio Zavoli e Carlo Levi, suonarono come un appello di solidarietà allo Stato che si concluse con dure parole: “…Ci sono tanti modi di conculcare la libertà, di opprimere, di destituire l’uomo dal diritto e dalla dignità: e uno di questi modi è quello che lo Stato e il Governo della Repubblica Italiana attuano nella Valle del Belice”. Il terremoto, cercò di portarsi via tutto ciò che poteva essere portato via, tanto che l’espatrio della popolazione verso il nord non si arrestò, anche se molti, senza farsi travolgere dalla paura e dalla devastazione, decisero di rimanere e di prendersi cura di quei luoghi come mai prima del terremoto era stato fatto. E’ da quella notte e dagli anni a seguire che trae origine il lavoro di Rossana Taormina, nata a Partanna, nella Vale del Belice, quattro anni dopo il terremoto. Frequentò assiduamente il paese di Santa Ninfa, fortemente complito dal terremoto; ogni volta che le era possibile andava infatti a trovare i suoi nonni materni che ancora vivevano nelle baracche. Erano luoghi dove lei amava giocare osservando la lenta ricostruzione di quei paesi “presepi”; ricostruzione che, ricordiamo, si è conclusa solo nel 2015, con la grande opera di Land art di Burri, il Grande Cretto. Questi villaggi erano per lei come una grande famiglia, ed ascoltare i racconti dei nonni era l’unico modo per conoscere il suo passato. Di tutto quel dolore e quella tragedia, tra fango e macerie esistevano infatti solamente parole: non c’erano più fotografie, giocattoli e qualsiasi altro tipo di oggetto quotidiano e significativo. A metà degli anni 2000, dopo diverse esperienze, Rossana si rese conto di condurre una vita che non le apparteneva, decise cosi di lasciare tutto ed iscriversi all’Accademia e, nel 2011, a 38 anni, si dedicò esclusivamente alla sua più grande passione: l’arte.

Utilizzando diverse tecniche, come la pittura, il disegno, le installazioni site specific, i frottage, i collage e le performance, Rossana ha iniziato a riflettere su temi a lei cari come la memoria, la perdita, il recupero e la rielaborazione degli oggetti ritrovati.

In tutti i suoi lavori c’è un preciso filo, talvolta ricamato, come tentò di insegnarle la sua nonna che, come quello famoso di Arianna, ci accompagna nella percezione e nella visione delle sue opere rendendoci capaci di uscire dagli schemi e di guardare altrove, se necessario, anche nel buio.

In Idolo, dieci insolite rappresentazioni di Gesù, in sequenza su di una griglia, l’artista inizia a ricamare fino a far scomparire del tutto la figura: “mi piace l’idea dell’immagine che affiora e sparisce ma esiste anche quando non la vedi”. Durante la pandemia Rossana si è soffermata per molto tempo sulle città svuotate e sul sentimento del confinamento e dell’isolamento con il quale improvvisamente abbiamo dovuto, tutti noi, fare i conti. Se da un lato il terremoto del 1968 tolse i ricordi materiali, oggi, la pandemia, ci ha tolto le relazioni sociali e la ricchezza dello stare insieme. Nasce così la bellissima serie dei Grandi Notturni, acrilici su tela in cui dal buio prende forma la natura. Le foglie, rappresentate in procinto di trasformarsi in corpi a metà strada tra l’umano e l’animale, si mimetizzano quasi a volersi dissolvere e così Rossana, lasciandoci percepire il buio del presente, ci permette di afferrarne la luce. Corpi che non sono dilaniati dal dolore, “da un paio d’anni” – racconta Rossana – “ricorro alla metafora del giardino per esprimere la mia idea di eternità, ovvero noi che continuiamo nei ricordi di chi abbiamo amato. Durante la pandemia ho avvertito la necessità di tornare alla me più antica e profonda.” Non c’è da preoccuparsi se paiono ossa perché per Rossana non hanno una accezione negativa “ma sono la rete portante su cui costruiamo noi stessi”. Il titolo della serie di 8 acrilici “Grigio” accompagnati, a concludere la griglia, da una vecchia foto, ci aiuta ad orientarci nella lettura dell’opera. Ciascuna carta ha subito una modifica sostanziale che obbliga lo spettatore a porsi delle domande che passano necessariamente attraverso l’ultima vecchia fotografia, che qualcuno in tempi passati ha modificato, andando ad indicare un luogo preciso ma in un territorio a noi sconosciuto. Muoversi in questo paesaggio, così come in Velluto1 o nella Fioritura2, significa scoprire i continui cambiamenti che si avvicendano nei colori e negli spazi. Realizzati spesso sovrapponendo a più riprese nell’arco temporale di tre o quattro mesi un materiale imbevuto di candeggina, paiono sagome di rovine, tracce che portano lo spettatore a delle riflessioni sulla necessità di tornare alle proprie radici, instabili e senza memoria. Rossana Taormina si muove tra memoria e quotidianità, tra presente e passato, tra realtà e immaginazione suggerendoci, con i titoli delle opere e con i volti impressi su fotografie ritrovate ai mercatini, una storia in cui la memoria ci restituisce frammenti di vita temporanea e sospesa. Giorgio Agamben, ricordando Walter Benjamin scriveva in un suo saggio che l’indice storico contenuto nelle immagini del passato mostra che esse giungeranno alla leggibilità solo in un determinato momento della loro storia. E’ dalla nostra capacità di dare ascolto a quell’esigenza e a quell’ombra, di essere contemporanei non solo del nostro secolo e dell’”ora”, ma anche delle sue figure nei testi e nei documenti del passato, che dipenderanno l’esito o l’insuccesso del nostro essere contemporanei.

IGNAZIO CUSIMANO SCHIFANO | ABOUT FLOWERS

ABOUT FLOWERS

 

Bassi Beneventano ospita dal 6 Luglio About Flowers, mostra personale di Ignazio Cusimano Schifano a cura di Serena Ribaudo.

About Flowers è la prima mostra con cui si inaugurano i nuovi prestigiosi spazi di Scicli “Bassi Beneventano”

ubicati all’interno di Palazzo Beneventano insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’ Unesco e definito da Sir Anthony Blunt il più bel palazzo barocco di Sicilia. La bellezza sfolgorante di Palazzo Beneventano, forte, sfacciata, caratterizzata da apparizioni fantastiche e da forme bizzarre è dunque già nota nel mondo e ben si presta ad ospitare questo nuovo importante spazio riferimento per la cultura siciliana e nazionale. Bassi Beneventano nasce dal sodalizio di due importanti realtà che danno vita ad un progetto veramente encomiabile per unità d’intenti e per desiderio di valorizzazione dei talenti e del territorio siciliani. Si tratta della Stamperia d’Arte Amenta -tra le pochissime stamperie d’arte in Italia- portata avanti con passione da Loredana Amenta e della Lo Magno artecontemporanea che con questa seconda sede, dopo quella di Modica, si prefigge un ampliamento della propria mission. Lo Magno artecontemporanea nel 2022 ha celebrato i suoi 30 anni di attività con un group show che ha visto proprio tra i protagonisti Ignazio Cusimano Schifano. About Flowers segna un momento estremamente significativo nel percorso di vita e d’arte di Ignazio Cusimano Schifano, un genuino processo di rinascita iniziato circa un anno fa nella prestigiosa esperienza di residenza artistica presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, rinascita continuata con esiti fortunati per pregevolezza e risultati artistici nella sua produzione più recente che costituisce la quasi totalità delle opere in mostra. Scrive la curatrice Serena Ribaudo: “ (…) Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: ricominciare dai fiori. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato. Un frammento innocente e misterioso al contempo. Ricominciare dal riconnettersi ad una sempiterna energia creatrice e ricreatrice, con una radice primitiva e vitale”. Nell’opera di Ignazio, e pertanto in quelle presenti in mostra, emerge sempre come una sorta di sigillo la sua precedente professione di restauratore di pregio e di conseguenza il sentimento dell’antico come principio fondante di tutte le cose. Ad esso si sposa uno sguardo attento, inquieto, difforme, sulla realtà -esteriore ed interiore- che costituisce la ragione più profonda e più vera del suo fare pittura. Attraverso le sue opere su tela e su carta, sempre impregnate della sua delicata e potente poesia, Cusimano Schifano in About Flowers e per Bassi Beneventano costruisce un percorso affascinante che invita il fruitore allo stupor e all’investigare i misteri pittorici e di natura.

Bassi Beneventano

Palazzo Beneventano, Piazzetta Ficili,1 – Scicli (RG)

Visitabile fino al 30 Luglio:

Martedì-Sabato 10-13 e 17-21, Domenica 17-21, Lunedì chiuso

lomagno@bassibeneventano.it

bassibeneventano.it

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BASSI BENEVENTANO

 

 

 

 

A SCICLI NASCE “BASSI BENEVENTANO”:

UNO SPAZIO SUGGESTIVO DOVE LA STAMPERIA D’ARTE AMENTA, CHE REALIZZA PREZIOSE INCISIONI, SI COLLEGA ALLA GALLERIA D’ARTE LO MAGNO. UN PROGETTO UNICO CHE PRENDE FORMA ALL’INTERNO DELLO STORICO PALAZZO BAROCCO PATRIMONIO DELL’UMANITÀ.

SCICLI (RG) – L’arte nell’arte. A Scicli una stamperia d’arte, tra le pochissime in Italia, accresce i suoi spazi e si collega ad una galleria d’arte di Modica che sceglie di abbracciare anche quest’altro centro barocco. Un progetto unico che sarà ospitato all’interno di uno spazio altrettanto unico, l’antico Palazzo Beneventano, storico immobile che è patrimonio dell’Umanità. Nella parte sottostante gli ambienti nobiliari, nasce infatti “Bassi Beneventano”, il progetto d’arte al quadrato che portano avanti Loredana Amenta, stampatore incisore, e il gallerista Giuseppe Lo Magno. Venerdì 9 giugno alle ore 19 l’inaugurazione di questo spazio che si connota per la sua unicità in tutta Italia. La stamperia d’arte, che cambia così sede, realizza ancora oggi, attraverso un processo di presse, acidi, lastre, straordinarie incisioni per conto di numerosi artisti italiani tra cui Piero Guccione, Angelo Ruta, Giovanni Robustelli, Giovanni Blanco, Franco Fratantonio, Rosa Cerruto, Giovanni Viola, Domenico Grenci, Carmelo Candiano e tanti altri. Alcuni di questi artisti sono seguiti dalla galleria d’arte Lo Magno, nota fucina creativa con sede a Modica ma che d’ora in poi potrà contare anche su questo nuovo spazio a Scicli. Nata inizialmente come laboratorio di corniceria artigianale, la galleria da pochi mesi ha festeggiato 30 anni di attività e prosegue l’obiettivo di promuovere i principali artisti siciliani presentandoli in fiere di settore ma anche in eventi nazionali e internazionali.
Il progetto comune a Scicli nasce da una salda amicizia. Loredana, che ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Catania e si è specializzata alla Fondazione Il Bisonte di Firenze, tra le più importanti al mondo per lo studio delle arti grafiche, ha conosciuto e lavorato con l’amico gallerista per circa 7 anni. Poi la coraggiosa scelta di aprire la stamperia in un piccolo immobile acquistato in città con tanti sacrifici. Adesso la svolta al suo progetto che prima di essere un lavoro è soprattutto una passione. Così lo spazio scelto sono i bassi del famoso palazzo barocco di Scicli, uno dei più visitati dai turisti di tutto il mondo. Ed è proprio qui che la sua stamperia d’arte troverà una nuova casa, una casa condivisa con la galleria d’arte modicana che da sempre coltivava il sogno di essere presente anche in altre realtà del Val di Noto. Dal reciproco scambio di idee nasce dunque “Bassi Beneventano” che non sarà uno spazio espositivo normale ma “vivo”, perché i fruitori potranno non solo passeggiare tra il percorso artistico allestito ma vedere dal vivo le varie fasi del laboratorio incisorio sempre in attività. E questo permetterà a turisti, visitatori e appassionati d’arte di poter scoprire il faticoso e altrettanto meticoloso lavoro che c’è dietro ogni incisione. Un lavoro che nasce dalla connessione intima tra artista e stampatore incisore. A fianco del segno apposto dall’artista, c’è infatti l’attento intervento di Loredana nei vari passaggi che, attraverso le varie e complesse tecniche usate, permettono di giungere, dopo ripetuti passaggi nelle presse, all’opera finale. Un’opera unica perché nell’incrocio tra acquaforte e campiture sarà differente dalla precedente grazie al sapiente lavoro artigianale. In esposizione, per il vernissage d’apertura, ci saranno le opere degli artisti Sandro Bracchitta, Giuseppe Colombo, Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Giuseppe Leone, Rossana Taormina, Giovanni Viola, William Marc Zanghi, a cura della galleria Lo Magno, insieme alle incisioni di Giovanni Robustelli, Giovanni Blanco, Piero Guccione, Rosa Cerruto e alcune incisioni della stessa Loredana. In esposizione anche le matrici incise, per far meglio comprendere i vari passaggi che portano alla realizzazione delle opere, e le ormai famose cornici artigianali della galleria modicana. A riprogettare gli spazi di “Bassi Beneventano” sono stati gli architetti Elisa Lo Castro e Andrea Pluchino mentre l’identità grafica è stata curata da Angelo Ruta, Sergio Iacono, Marco Lentini e dal team di After Studio. “Sono felice per la reciproca collaborazione avviata in questo spazio assieme al gallerista Lo Magno – spiega Loredana Amenta – perché so che ci arricchiremo a vicenda avendo a disposizione strumenti e circuiti differenti che andranno ad intrecciarsi all’interno di uno spazio che ha un’anima rara, pienamente convinta che Bassi Beneventano potrà rappresentare un valore aggiunto per Scicli. Ci impegneremo a farlo diventare un luogo di scambio, di crescita e di contaminazione organizzando eventi che abbracciano varie arti”. Un progetto a cui crede molto anche il gallerista Giuseppe Lo Magno che, assieme alla sua assistente Valeria D’Amico, sta curando le ultime fasi dell’allestimento interno: “E’ un posto che ti strega e ti affascina, come è avvenuto a me e a Loredana. La nostra presenza a Scicli persegue uno dei progetti della mia galleria che è quello di incrociare anche altri centri storici siciliani in cui essere presenti. E questa rappresenta una tappa di quel progetto. Scicli ci ha subito accolto in questo spazio affascinante e al tempo stesso prezioso”. Tra gli oggetti più significativi e al tempo stesso curiosi c’è anche una vecchia Albion Press dell’800 per la stampa a caratteri mobili con cui si stampavano i libri e che è ancora oggi pienamente funzionante. Loredana, con l’uso di carta speciale realizzata in cotone o lino, la utilizza per la realizzazione di pubblicazioni praticamente uniche e preziose. Una sorpresa ulteriore che si nasconde all’interno di questo straordinario progetto d’arte.

06 giugno 2023
ufficio stampa
Michele Barbagallo per MediaLive

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Angela Sanna per Angelo Barone | Miraggi Solidi

True love stories never have endings.

Con questo semplice pensiero lo scrittore-aviatore Richard Bach esprimeva una verità nota a tutti e nella quale anche l’artista Angelo Barone potrebbe vedere riflesso quello che è, per sua stessa ammissione, il primo grande amore della sua vita artistica: la fotografia. Un amore ancora vivo che nel tempo lo ha portato a costituire una raccolta di fotografie tutta sua, da quelle più antiche – seppia, dagherrotipi, ferrotipie – a quelle più contemporanee. Una passione che si è progressivamente sviluppata e legata alla sua indagine plastico-pittorica per poi diventare lo specchio nel quale si avvicendano, uguali e diverse, le sue sculture. Anello di congiunzione tra tridimensionalità e bidimensionalità, le stampe fotografiche esposte in mostra rivelano particolari sfaccettature cromatiche e luminose, sempre ricercate e a tratti audaci, dalle tinte pastello ai colori sgargianti fino ai chiaroscuri più ombrosi.

Se queste fotografie sono Miraggi solidi, accattivanti e seducenti, esse sono altresì il frutto di considerazioni di natura estetica e culturale il cui primo rimando iconografico è la forma unica del monolite. Un topos che, come ben sa chi conosce il lavoro di Angelo, è ispirato alle casematte da lui osservate attraverso l’esplorazione di Paul Virilio nei siti oramai disertati del secondo conflitto mondiale. La loro conformazione riconduce, contemporaneamente, all’architettura del nostro tempo, cui l’artista guarda con occhio attento e riflessivo. Le sue sculture ricordano in modo particolare i plastici, strutture in miniatura nelle quali, ci dice Angelo, gli architetti vedono materializzarsi il loro progetto, la loro utopia. Ancora le sculture sono i testimoni di una sensibilità architettonica che predilige, nel solco del Razionalismo, i profili lineari e funzionali piuttosto che la stravagante estrosità di tanta progettazione postmoderna e contemporanea.

Nell’idea di Angelo, l’accumulo smodato delle forme, che egli stesso rifugge, trova un corrispettivo nell’affastellamento delle immagini virtuali, o televisive, da cui siamo surclassati. Complice una società massificata che giorno dopo giorno assiste a quella sparizione della realtà, già teorizzata da Jean Baudrillard, una realtà che non può più esistere senza un vuoto al quale contrapporsi. A questa problematica, che implica la “perdita della visione”, un tema costantemente esplorato dall’artista, fanno riferimento le opere fotografiche e bidimensionali dove svanisce la nitidezza dei contorni: quasi una metafora della nostra facoltà di osservazione, sempre più inibita e corrotta dal flusso ininterrotto di stimoli visivi. E’ in questo senso che la sua ricerca s’incentra sì sulla scultura ma anche e soprattutto sulla “evocazione” della scultura, sulla sua presenza-assenza. Le potenzialità della fotografia, segnatamente i passaggi dalla focalizzazione alla sfocatura, gli consentono di indagare questo aspetto della percezione per poi rendere l’immagine pura superficie attraverso la “vellutazione”, procedimento tecnico e poetico che contraddistingue e impreziosisce da tempo il suo lavoro.

Quasi per paradosso, è proprio attraverso la “s-definizione” dei profili che Angelo stimola lo spettatore ad acuire la vista e a fermarsi a guardare, nelle sue fotografie in modo particolare, l’elemento a fuoco in primo piano che si fonde con lo spazio circostante. “Mi piace fare appartenere le forme allo spazio”, afferma l’artista alludendo alla sua convinzione che l’architettura debba rispettare le radici storiche ed estetiche del luogo in cui sorge.

Un riferimento a questa idea di continuità potrebbe essere, in mostra, la presenza di due grandi dipinti e di tre sculture, queste ultime esposte nella parte mediana di una colonna. Elementi che oltre a confermare la coerenza dei pensieri di Angelo esprimono anche la sua naturale propensione a fondere scultura, pittura, fotografia, architettura. Una fusione solida e al tempo stesso eterea, evidente e a tratti nascosta, che rispecchia le sue meditazioni sull’essenza sommersa di tutte le cose.

Angela Sanna

MIRAGGI SOLIDI DI ANGELO BARONE

LO MAGNO ARTECONTEMPORANEA

OPENING 7 APRILE

 

La fotografia come evocazione e invito allosservazione, ad un lettura della realtà che vada oltre la superficie delle cose e si sforzi piuttosto di comprenderne lessenza: Miraggi Solidi è la chiave del lavoro dell’artista Angelo Barone, condensata in nove opere nella mostra curata da Angela Sanna che la galleria Lo Magno artecontemporanea di Modica ospiterà dal 7 aprile al 7 maggio 2023.

Di origine modicana e da molti anni docente presso lAccademia di Belle Arti di Brera, Angelo Barone è noto prevalentemente come scultore – le prime esposizioni, giovanissimo, con Achille Bonito Oliva e Lea Vergine, quindi il riconoscimento internazionale con personali in Svizzera, Germania e Stati Uniti e la presenza in prestigiose collezioni private, pubbliche e bancarie -, ma con questa mostra sceglie di rendere omaggio al suo primo grande amore, la fotografia, e di esprimere la sua naturale propensione a fonderla alla scultura stessa, così come alla pittura e all’architettura.

L’attenzione verso i luoghi, carattere distintivo della sua ricerca scultorea, permea infatti anche la produzione fotografica dellartista, intesa a evidenziare la portata simbolica, in termini di memoria, delle architetture. Nella concezione dellartista, lo spazio architettonico è infatti memoria consolidata, secolarizzata, in quanto spazio condiviso, vissuto nella socialità.

Le fotografie scelte per la mostra sono le più rappresentative di questo lavoro. È il caso della serie Luoghi endogeni”, in cui lo sguardo dellartista è rivolto al concetto dellautocostruzione, ovvero a quei luoghi (le favelas di San Paolo in Brasile per fare un esempio) che, autogenerandosi secondo regole proprie, propongono unaltra filosofia dellabitare. Nel passaggio dalla tridimensionalità alla bidimensionalità però la traccia fotografica rimane come pura evocazione del luogo, elaborata dal tocco dellartista attraverso la tecnica della vellutazione, che, occultando la visione diretta, invita ad andare a scavare sotto la superficie dellimmagine per assorbirne la realtà. La stessa tecnica, che è al tempo stesso racconto e celamento, la ritroviamo nelle opere dedicate alle casamatte, concetto caro all’artista che in queste architetture basilari e monolitiche, con la loro aderenza totale al principio di funzionalità, riconosce invece il senso di regole massime, rappresentazione concreta di una conoscenza e di una sapienza profonde. Ancora levocazione, o meglio la sottrazione, nella serie dedicata al mosso fotografico, rinnova l’invito a porre attenzione sulle forme, a percepirle oltre la superficie immediata: la perdita di definizione assume così una valenza positiva, costringendo lo sguardo a non fermarsi all’apparenza delle cose ma ancora una volta, nello sforzo di ricostruzione dellimmagine, a ritrovarne lessenza.

«È quasi una metafora della nostra facoltà di osservazione, sempre più inibita e corrotta dal flusso ininterrotto di stimoli visivi» conferma e chiarisce Angela Sanna nel suo testo critico: «Le potenzialità della fotografia, segnatamente questi passaggi dalla focalizzazione alla sfocatura, gli consentono di indagare questo aspetto della percezione per poi rendere limmagine pura superficie attraverso la vellutazione, come procedimento tecnico e poetico che contraddistingue e impreziosisce il lavoro di Angelo Barone».

Nella collezione in mostra anche tre sculture, in forma di colonne interrotte, in una linea di perfetta continuità ideale con questa riflessione sulle forme e lo spazio.

L’opening di “Miraggi solidi” è in programma il 7 aprile alle 19, quando saranno presentate anche 2 edizioni fotografiche di 15 esemplari ciascuna, prodotte per l’occasione.

La mostra, ad ingresso libero, resterà poi visitabile fino a domenica 7 maggio 2023, dal martedì al sabato, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20. Gli spazi espositivi di Lo Magno artecontemporanea sono in Via Risorgimento 91/93 a Modica.

Si ringrazia Antica Dolceria Bonajuto di Modica

 

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Ufficio Stampa

Concetta Bonini | Condire Digitale

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RE: ARTEFIERA

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Un breve revival dello stand proposto alla 46°edizione di ArteFiera Bologna

Dopo il grande successo della manifestazione tenutasi nei padiglioni 25 e 26 del quartiere fieristico di Bologna dal 3 al 5 febbraio 2023, Lo Magno artecontemporanea decide di riproporre il progetto stand nei propri spazi di via Risorgimento 91-93 a Modica.

Per chi non ha avuto la possibilità di godere di una passeggiata tra le vie di Arte Fiera Bologna, dal 18 marzo alle ore 19:00 fino al 1 aprile, Lo Magno artecontemporanea rimette a parete le opere dei quattro artisti presentati in occasione dell’evento.

Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Rossana Taormina e William Marc Zanghi, tutti siciliani, connessi dalla continua sperimentazione, dall’instancabile passione che li spinge per osmosi a imprigionare sempre più visioni, a catturare nuovi linguaggi, a generare nuova materia a contatto con nuova materia. Processo energico che la galleria ha sintetizzato con “By Surfacing”.

Leggi di più sul progetto: BY SURFACING

 

 

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